Esistono diverse specie del genere Papaver: P. Rhoeas, presente nei nostri campi dal quale non si estrae niente, il P. somniferum dal quale si estrae l’oppio, ed il P. nigrum da cui si ricavano i semi commercializzati.
Le civiltà antiche, di questa pianta utilizzavano l’olio medicinale e semi; ci sono documenti attestanti che già 3000 anni fa i Greci ed i Romani ne consumavano i semi. I Galli li spremevano per ricavarci l’olio che usavano a scopo terapeutico, mentre i Celti aggiungevano un estratto di semi di papavero alla pappa dei bambini per calmarli e farli addormentare, infatti il nome papavero deriva dalla parola celtica “papa” che significa “pappa”.
I semi di papavero sono ottimi ingredienti per la preparazione di insalate o zuppe di verdure e di cereali, pane integrale, bagel (panini a forma di ciambellina), e per prodotti dolciari.
Hanno un blando effetto sedativo e calmante per il sistema nervoso.
La presenza di manganese combatte l’azione dannosa dei radicali liberi e aiuta a tenere sotto controllo il livello di zuccheri nel sangue.
Sono ricchi di fitosteroli, che contribuiscono alla riduzione del colesterolo nel sangue.
Le fibre vegetali di cui sono ricchi hanno azione regolatoria nell’intestino e la presenza di vitamine del gruppo B aiuta, tra l’altro, il metabolismo nell’elaborazione dei grassi e delle proteine.
Contengono tra il 40 ed il 50% di acidi grassi, di cui il 90% insaturi: tra questi, molto rappresentato è l’acido linoleico (ω-6) che ha effetti positivi sulla salute del cuore riducendo i livelli di colesterolo e prevenendo l’aterosclerosi.
I semi di papavero sono ricchi anche di calcio, fosforo, ferro, magnesio, rame e zinco, minerali essenziali che l’organismo può trovare in un ingrediente naturale.
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