La polenta, piatto dalle lontane e antichissime origini, era consumato già ai tempi dei Sumeri e degli Etruschi. Deve il suo nome al termine latino “puls”, una sorta di polenta di farro alla base dell’alimentazione delle popolazioni italiche dell’epoca.
Fino al XV secolo le farine macinate a pietra cambiavano in base ai cereali disponibili nei vari luoghi: in Grecia ad esempio era a base di farina di orzo ed acqua, mentre in altri luoghi erano utilizzati il miglio e la segale in quanto erano questi i cereali maggiormente coltivati. In seguito alla scoperta dell’America il mais si affermò come il cereale più diffuso in Europa, Africa, Medio Oriente, India e Cina, diventando, nel corso dei secoli, l’ingrediente caratterizzante la polenta.
La Polenta del Cacciatore di Borghini è un piatto completo in quanto costituito da farina di mais che apporta carboidrati complessi, sali minerali, vitamine e acidi grassi polinsaturi, dall’ingrediente che si contraddistingue per l’apporto proteico, cioè la carne di cinghiale che è piuttosto magra e contiene una buona dose di ferro, ione indispensabile per il trasporto dell’ossigeno a tutti gli organi, e di ione potassio importante per il buon funzionamento della muscolatura e per la trasmissione degli impulsi nervosi; l’aggiunta dei funghi porcini conferisce all’alimento sapore gradevole e delicato tipico di questo fungo, che è ricco di acqua, di vitamine del gruppo B, potassio magnesio e fosforo, e di antiossidanti come il rame e il selenio.
La pancetta, presente in minima quantità, insaporisce e arricchisce la pietanza, mentre il ginepro ed il lauro aggiungono l’aroma necessario ad esaltare il gusto dei tre ingredienti principali.
Alimento adatto alla stagione più fredda dell’anno, visto la tipologia e la stagionalità degli ingredienti che lo compongono. Ideale per un pasto completo, preparato in tempi brevi.